Mai come in quest’ultimo periodo l’IT è stato il centro di gravità di ogni azienda, perché l’emergenza COVID, il conseguente lockdown e la necessità di adottare il telelavoro e agevolare altre forme di collegamento da remoto ai collaboratori, hanno costretto gran parte del tessuto economico mondiale ad anticipare improvvisamente importanti scelte e a mettere in campo soluzioni tecnologiche a cui non eravamo preparati. Chi però aveva avviato processi e cambiamenti prima dell’emergenza si è trovato a gestire meglio la fase acuta della crisi, garantendo alla propria azione continuità ed efficacia. In questo contesto, l’attività di IBSA si è caratterizzata per un approccio resiliente alla situazione: a raccontarcela è Giuseppe Bungaro, Head of Information Technology, IBSA Group.
“Abbiamo gestito il telelavoro in modo da evitare rallentamenti e arresti delle attività. La responsabilità sociale di IBSA è mantenere sempre attiva la produzione, per garantire la continuità terapeutica ai pazienti: per questo l’IT ha agito in anticipo sulla implementazione delle impostazioni tecniche necessarie per fronteggiare l’emergenza, impedendo che si fermasse la produzione a vantaggio della continuità nell’approvvigionamento. Durante i primi giorni di lockdown, infatti, il reparto IT si è riorganizzato per essere operativo e capace di rispondere alle nuove modalità ed esigenze. Prima dell’emergenza, in IBSA il telelavoro non esisteva, mentre durante la fase acuta della crisi siamo arrivati ad avere 460 sessioni contemporanee di telelavoro. È stato uno sforzo immenso, e abbiamo dovuto far fronte a una serie di nuove problematiche inedite e molto complesse, a cominciare dall’identificazione e dimensionamento degli strumenti hardware e software necessari".