IBSA stories

19 agosto 1985 > 19 agosto 2024: IBSA si racconta, in attesa di celebrare i suoi 40 anni

Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

Così, citando Steve Job, possiamo dire che, nei quarant’anni di storia di IBSA, di coraggio ce n’è stato molto. A partire dal suo fondatore, Arturo Licenziati, Presidente e CEO.

RILEGGERE IL PASSATO CON UNO SGUARDO AL FUTURO

Con l’acquisizione dell’azienda ticinese Institut Biochimique SA, avvenuta il 19 agosto 1985, il Presidente e CEO di IBSA ha dato inizio a quella che sarebbe stata un’esperienza professionale e umana per donne e uomini di talento, che hanno abbracciato il progetto, desiderosi di vivere successi e nuovi traguardi.

In attesa di celebrare i 40 anni di IBSA nel 2025, se volgiamo lo sguardo al passato ci accorgiamo di quanto siano state importanti le Persone che sono salite a bordo sin dagli inizi di quest’avventura. L’avventura di un’azienda che, da piccola realtà di circa 40 dipendenti, si è trasformata in una multinazionale con oltre 2.300 collaboratori acquisendo via via un ruolo significativo nello scenario farmaceutico internazionale.

Il lavoro di narrazione di questa news (già proposto nel 2022 con due news storiche, parte 1 e parte 2), ci trasporta in un mondo di emozioni e di ricordi, rievocando le storie delle prime persone che hanno iniziato a lavorare in IBSA. Storie di vita che fanno la Storia – con la S maiuscola – di un’azienda che è cresciuta e si appresta a celebrare il suo quarantennale.

QUANDO LA RADICE È FORTE

Da quell’agosto del 1985 tanto è cambiato: la tecnologia, la globalizzazione, l’espansione verso nuovi mercati e nuove culture. Ciò che non è cambiato, tuttavia, è lo spirito pioneristico.

Quel tratto distintivo di azienda che mette al centro la persona e l’ambiente lavorativo oggi è presente in tutte le Persone IBSA. Dai servizi tecnici al controllo e assicurazione qualità, dai ruoli di ufficio e commerciali al settore scientifico, i mattoncini di quel DNA continuano a trasmettersi, senza smarrirsi con il passare del tempo e delle generazioni.

I racconti di Monia Pieroni, Maria Teresa Gilardoni Buono, Rosalba Brogna, Stefano Rovati e Michela Lazzaroni ce lo testimoniano, portandoci indietro nel tempo agli inizi di un’avventura caratterizzata da momenti sfidanti, grandi soddisfazioni e rapporti umani profondi. Relazioni forti, in tutto simili a quelli di una grande famiglia.

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Monia Pieroni, oggi Sr R&D Technician, è una delle prime persone a essere entrate in IBSA. Ricorda vividamente l’atmosfera quasi familiare e il piccolo gruppo di lavoro con cui ha iniziato a lavorare: 

Avevamo un bancone bianco con le piastrelle quadrate, eravamo solo in sei o sette persone. Conoscevo tutti ed era come essere in una grande famiglia.

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Assunta in IBSA poco dopo, Maria Teresa Gilardoni Buono, attualmente Packaging Line Leader Operator, ricorda l’importanza delle relazioni umane:

Non c’erano reparti separati, lavoravamo tutti insieme e ci parlavamo continuamente. Questo ci permetteva di prendere decisioni rapidamente e di sentirci parte di un unico progetto.

La velocità e l’efficacia delle comunicazioni interne, infatti, erano cruciali in quegli anni di rapida crescita e trasformazione.

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Rosalba Brogna, Orders Closing Operator, un’altra delle pioniere di IBSA, sottolinea come l’espansione non abbia mai compromesso i valori fondamentali dell’azienda:

Anche quando l’azienda è cresciuta, abbiamo mantenuto un forte legame umano. Molti di noi sono rimasti per decenni, e questo succede solo quando ci si sente valorizzati e rispettati.

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E ancora, Stefano Rovati, Sr R&D Scientific Affairs Manager, che negli anni ha formato diverse generazioni di giovani collaboratori, ricorda:

Ho sempre apprezzato l’attenzione che IBSA ha posto sulla crescita personale e professionale. Era – ed è rimasto – un posto dove si può veramente crescere e dare il proprio contributo.

L’ATTENZIONE AI DETTAGLI, L’ELEGANZA E LA SEMPLICITÀ SONO NEL DNA

Tra i tratti distintivi di IBSA evidenziati dalle persone intervistate, l’attenzione ai dettagli e il gusto del bello rivestono un ruolo che sembra aver lasciato il segno.

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Michela Lazzaroni, Raw Materials Purchasing Manager, racconta con il sorriso la passione di Arturo Licenziati per i fiori (o meglio, per alcuni fiori):

Le rose sono sempre state un piacere personale del Dott. Licenziati. Ricordo la presenza di mazzi di rose in centralino fin dai miei primi giorni di lavoro in IBSA: ogni lunedì c’erano sempre delle rose nuove ad accoglierci. “In fondo sono un romantico”, ripeteva sempre Licenziati. Una volta, pensando di fare un figurone, provammo a sostituirle con un bellissimo vaso di orchidee, erano strepitose! Ma appena le vide il Dott. Licenziati ci fece immediatamente ripristinare le classiche… rose.

Un aneddoto che mette ancora una volta in luce l’eleganza, l’attenzione ai dettagli e il gusto per il bello, e in un certo senso anche la semplicità e la perseveranza che permeavano l’azienda sin dalla fine degli anni Ottanta.

UN PUNTO DI SVOLTA INDESIDERATO E INATTESO

Arriva l’anno 1999, è passato più di un decennio dalla nascita, IBSA è cresciuta ma c’è una svolta: un incendio costringe l’azienda a trasferire parte della produzione dalla sede storica di Massagno a Manno (sempre nel Canton Ticino n.d.r.). 

Tuttavia, nella cultura di IBSA, le minacce diventano opportunità. Questo evento si rivelò, infatti, una grande occasione per modernizzare e ampliare le strutture e prepararsi all’ondata di futuro digitale che stava per arrivare. 

Monia Pieroni ricorda così quel momento: 

L’incendio ha coinciso con un salto tecnologico. Passammo dall’utilizzo di strumenti manuali a sistemi computerizzati, migliorando notevolmente la nostra efficienza.

Un passaggio tecnologico che avrebbe permesso a IBSA di rinnovarsi e, grazie anche a questo evento traumatico, di espandersi a livello globale. 

Nonostante la crescita e la globalizzazione, IBSA ha mantenuto intatti i suoi valori. Le storie di Monia, Michela, Teresa, Rosalba e Stefano ci mostrano, infatti, quanto il successo di un’azienda si misuri dalle persone prima che dai numeri