Il 20 marzo ricorre la Giornata Mondiale della Felicità. È l’occasione per approfondire un concetto che da sempre ha affascinato filosofi, psicologi, antropologi e che si sta rapidamente affermando come una nuova frontiera del benessere anche per scienziati, economisti e politici.
Mai fino in fondo compresa, la felicità è considerata uno degli elementi chiave del benessere emotivo. Essere felici non porta solo a uno stato di piena soddisfazione psicologica, ma sempre più ricerche scientifiche confermano una forte influenza anche sul piano fisico. Il passaggio dallo stato di felicità allo stato di tristezza si può infatti osservare a livello chimico, poiché chi è meno felice ha livelli più alti di cortisolo, l’ormone dello stress.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità. La felicità è quindi sottintesa, ma non del tutto annoverata. Proprio la definizione dell’OMS è il punto di partenza per questa nostra esplorazione nella scienza della felicità.
Comprendere il rapporto tra salute, benessere e felicità è molto complesso. Indagare questi aspetti con una metodologia rigorosa è una sfida per IBSA Foundation per la ricerca scientifica, che promuove la scienza, condividendo princìpi e conoscenze con un linguaggio accessibile a tutti e incoraggiando il pubblico ad approfondire i temi legati alla salute e al benessere.
Esploriamo quindi il rapporto tra scienza e felicità in questa intervista con Silvia Misiti, endocrinologa e Direttrice di IBSA Foundation e Laura Marciano, membro dell’Advisory Board di IBSA Foundation e Ricercatrice Associata presso la Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Harvard, Lee Kum Sheung Center for Health and Happiness, Boston (USA).