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Lugano Happiness Forum: la nuova frontiera del benessere individuale e collettivo

Il passaggio da intangibile elemento della sfera emotiva a fattore prioritario del benessere umano è cosa fatta: la ricerca scientifica sta imparando a studiare la felicità.

Il punto di partenza lo indica l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità”: un concetto ampio che arriva a inglobare anche la felicità e che, sebbene ancora complesso e sfuggente, ha profonde implicazioni con il benessere individuale e collettivo.

È proprio dalla consapevolezza del ruolo centrale che la felicità gioca nella società moderna che nasce il Lugano Happiness Forum, realizzato da IBSA Foundation per la ricerca scientifica, dal Lee Kum Sheung Center for Health and Happiness di Boston (Harvard University) e dalla Città di Lugano in collaborazione con USI – Università della Svizzera italiana, LAC – Lugano Arte e Cultura e Lugano Region. Ospitato il 17 e il 18 giugno 2024 al LAC di Lugano, il Lugano Happiness Forum è stato l’occasione per aprire anche al pubblico le porte di questo nuovo fronte della conoscenza. L’evento ha visto una grandissima partecipazione, con oltre 500 persone presenti nelle due giornate di lavori.

UN CONGRESSO INTERNAZIONALE PER CAPIRE E AGIRE

IBSA Foundation per la ricerca scientifica indaga i confini della conoscenza, dall’innovazione scientifica globale alla divulgazione attraverso le arti, sostenendo diverse attività che puntano a comprendere tutti gli indicatori del benessere, compresa la felicità, favorendo il dialogo tra le scienze umane e le scienze esatte e diffondendo una cultura scientifica accessibile a tutti.

Realizzato nell’ambito del progetto Cultura e Salute e idealmente collegato alla Giornata Mondiale della felicità, il Forum ha riunito esperti, scienziati e decisori internazionali, che hanno fatto il punto sulle più recenti evidenze scientifiche e sulle nuove teorie che caratterizzano il dibattito e la ricerca sul tema.

Sotto la guida di Vish K. Viswanath, Direttore del Lee Kum Sheung Center for Health and Happiness di Boston, il Forum ha perseguito obiettivi chiari: confrontarsi sulla complessità del concetto di felicità e sottolineare l'importanza della multidisciplinarietà – intesa come una rete di collaborazioni solidali e proattive tra tutti i ricercatori – nel trattare, gestire e tentare di sintetizzare un argomento così intricato.

Studiare la felicità, e questo è emerso con chiarezza dal dibattito, non può infatti prescindere da una visione ampia che consideri vari punti di osservazione e approcci disciplinari diversi. La contaminazione di idee ed esperienze può essere la “stele di Rosetta” per un’interpretazione della felicità scientifica e determinabile.

Data la sua natura multidimensionale e soggettiva, misurare la felicità rimane una sfida complessa, ma nel corso delle sessioni del Forum sono stati presentati numerosi studi scientifici che hanno evidenziato l'importanza di correlazioni tra felicità e variabili biomediche, sociali ed economiche. L'uso di indicatori biologici come il cortisolo per misurare lo stress, per esempio, è stato uno di questi. In generale, molto è stato fatto, ancora tanto c’è da fare.

L’IMPORTANZA DELLE CONNESSIONI SOCIALI

Tra i punti chiave emersi dal Forum, un concetto appare estremamente interessante: la felicità individuale non può essere pienamente realizzata se non si considera anche la felicità della comunità di appartenenza. Essa, infatti, appare legata a doppio filo con il benessere della collettività in cui si vive.

La connessione sociale implica preoccuparsi del benessere della comunità, della famiglia, del luogo di lavoro, della città o della nazione, perché solo in una comunità felice l'individuo può essere veramente felice. A conferma di ciò, e come evidenziano alcuni studi e diverse best practice, le persone che hanno forti connessioni sociali (n.d.r. fisiche e non solo digitali) sono più felici, più in salute, più longeve e più produttive di quelle che ne hanno meno.

LA FELICITÀ COME PRIORITÀ UNIVERSALE

In conclusione, i relatori del Forum hanno fatto luce su come le ricerche e le indagini – opportunamente calibrate – possano fornire una base solida per sviluppare strategie più efficaci, volte a migliorare il benessere individuale e sociale.

Il messaggio che ne deriva è che la felicità deve essere considerata un diritto umano fondamentale e deve diventare una priorità. Per ottenere tale risultato, è necessario integrare la ricerca scientifica sulla felicità nelle politiche pubbliche e nelle decisioni aziendali.

Il primo Forum sulla Felicità ha già lanciato un segnale: promuovere nuove prospettive, divulgare le ricerca all'avanguardia, invitare i decisori a tradurre le evidenze in politiche pubbliche che puntino a migliorare la salute della persona. Si tratta di un’opportunità per l’intera collettività.

Siamo agli albori di una nuova frontiera e, come sempre, la ricerca ci accompagnerà lungo questo percorso.